Watashi no hanashi 'folio

Fanfic: Folge deinem Herzen ~ Dove ti porta il cuore, [Hetalia] GermanyxFem!Italy

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†~Death Angel~†
view post Posted on 5/6/2012, 13:26




Fiction pubblicata anche su EFP QUI ><

Premetto che mi piace lo yaoi ma non credo di essere in gardo di scrivere bene una storia nromale...figuriamoci una yaoi OO
Amo Ludwig e Italia quindi ho deciso di usare la sua versione femminile..sarà quindi una GermanyxFem!Italy >//<

1. Voltare pagina


Già si sentiva rinascere…Aria fresca e un sole caldo che ristorava la pelle troppo abituata al tempo mite di casa sua. Ludwig Beilschmidt, 19 anni e fuggitivo. Non era forse il termine che si addiceva alla sua personalità calma, razionale, giudiziosa, forse a volte un po’ troppo rigida e decisamente introversa…Ma il desiderio che aveva di lasciarsi alle spalle la sua famiglia e soprattutto il desiderio di visitare quel paese di cui spesso aveva sentito parlare, visto documentari, fotografie, di cui aveva studiato persino la lingua assieme a suo fratello maggiore (sì vabbé…Gilbert -così si chiama il “magnifico” fratello- lo aveva fatto solo con la scusa di poter un giorno «accalappiare qualche bella pollastrella» o perlomeno così diceva!) erano più forti di qualsiasi catene che lo potessero tenere legato a casa.
Non sapeva per quanto sarebbe rimasto, non gli importava. Ciò che più gli premeva era dedicarsi finalmente a sé stesso. Aveva finito gli studi con grande dedizione e con grande insistenza dei suoi genitori, aveva fatto sport per anni, mai cacciato nei guai e sempre rispettato gli ordini che gli venivano dati. Non odiava il suo paese al punto di scappare, ma si sentiva da tempo come in gabbia e voleva volare libero.
Ovviamente aveva fatto tutto con la più dovuta riservatezza: se sua madre lo avesse scoperto prima che fosse riuscito a imbarcarsi sull’aereo…ci sarebbero state polpette di Ludwig per cena quella sera, Gilbert di certo le avrebbe mangiate volentieri ma in fondo era un bravo fratello e aiutò il minore nella sua piccola bravata.
Fatto sta che dopo circa un mese di pianificazione –sì le cose devono essere fatte a dovere- riuscì a mettere piede sul suolo della Bella Italia, aeroporto di Peretola…Firenze per la precisione…La città che da tempo desiderava vedere, più di Roma forse, e solo per colpa di quel maledetto libro di arte che lo aveva affascinato sin dalle scuole superiori.
Aveva con sé due valigie riempite a dovere, uno zaino, vestiti addosso forse un po’ pesantini…Effettivamente era inizio settembre e doveva aspettarselo un caldo del genere, ma di certo non sarebbe morto per qualche grado di più rispetto al normale.

***

Q-Qualche grado?!?!?! Sapeva che Firenze era una città calda ma..ma…non pensava così tanto @A@””” Stava letteralmente facendo un bagno nella maglietta che per fortuna era nera e nascondeva fastidiosissime macchie che solo la pelle poteva percepire.
Era su un taxi diretto verso il centro della città e si perse completamente a carpire ogni singolo particolare di ogni strada, ponte, macchine che incrociavano…Nel trovarsi imbottigliato nel traffico tra migliaia di clacson, pazzi in motorino, pedoni suicidi e insulti che volavano come mosche..forse lì per lì iniziò a rimpiangere la cara e tranquilla Germania. No. Doveva dimenticarsi almeno momentaneamente di casa sua e concentrarsi sulla sua vita lì, non era mai stato un tipo da salto nel vuoto ma sentiva che in quel momento della sua vita era l’unica cosa che gli serviva.
Dopo nemmeno un’oretta di tragitto (dovuto soprattutto al traffico) e dopo aver imboccato millemila vie che sembravano tutte uguali ma che a ben guardare erano sempre diverse, l’auto si fermò in un piazzale abbastanza tranquillo proprio di fronte ad un palazzo tutto in pietra e dall’aspetto antico ma dannatamente affascinante…almeno per lui. Di certo sua madre lo avrebbe trovato rozzo e poco sofisticato.
Si fece aiutare dal tassista a scaricare le valigie, pagò lasciando una mancia non troppo eccessiva e si addentrò nel cortiletto del palazzo; aveva affittato un monolocale, piccolo, giusto giusto per una persona massimo due perché diciamocelo…la sua famiglia era tutt’altro che a corto di spiccioli ma lui aveva deciso di fare tutto facendo affidamento solo sulla propria parte di conto in banca..che non era poca! Ma a Ludwig non interessavano frivolezze come i soldi ecc…poteva prendersi una stanza d’albergo a cinque stelle ma non faceva proprio per lui.
Venne accolto da una signora che doveva avere sui sessant’anni ma ne dimostrava almeno dieci di meno grazie alla sua vitalità che gli strappò un mezzo sorriso. Ricevette persino dei complimenti per come parlava l’italiano, sebbene sapesse da sé che aveva bisogno di perfezionarsi…tanto aveva tutto il tempo no?
Anna – così si chiamava la simpatica signora- lo accompagnò al suo appartamentino lasciandogli una copia delle chiavi e illustrandogli velocemente le stanze…Un bagno, una stanza con matrimoniale, un salottino che si collegava alla cucina e un bel balconcino da cui si poteva ammirare in lontananza il bellissimo Ponte Vecchio.
Una volta solo portò le valigie in camera iniziando a disfarle con rigore e ordinatamente..le abitudini erano dure a morire! Appena finì decise di farsi una doccia e disfarsi di quei vestiti sudici, con l’asciugamano ancora in vita andò a stendersi sul letto e..sorrise..non era da lui, per niente, ma di fronte al fatto che..era riuscito a realizzare qualcosa che da tempo agognava, che lo faceva sentire così leggero e senza preoccupazioni…Non poteva far altro che sorridere.
Tra una cosa e l’altra si stava facendo ora di cena, e non c’era niente di meglio per iniziare un soggiorno in Italia che una cena in un ristorante tipico.
Mise dei jeans comodi così come le scarpe, una maglietta bianca e una camicia sopra, per scongiurare un’eventuale brezza serale, uno zainetto in spalla con cartine, macchina fotografica e quanto gli potesse servire.
Scese in strada, che già era animata da persone di ogni età, dagli anziani con i nipotini, alle combriccole di studenti e coppiette di romantici fidanzatini…il fatto di girare da solo..sì un po’ lo metteva in soggezione doveva ammetterlo, però Gilbert aveva preferito stare a casa servito e riverito e non è che avesse mai stretto amicizie così profonde da avere al seguito qualche persona altrettanto fidata.
Se ne stava a fare di questi pensieri, col naso per aria ad ammirare estasiato ogni palazzo che aveva l’aria di essere lì da centinaia di anni, quando con la sua delicatezza da elefante andò a scontrare contro qualcosa o meglio…qualcuno dal momento che emise un gridolino di sorpresa e di spavento.
Si riscosse subito e, grazie ai suoi pronti riflessi, prese per il braccio quella che doveva essere la povera sfortunata prima che facesse un capitombolo a terra.
La prima cosa che vide fu quel viso tondo ma delicato corrucciato in una smorfia per la paura della caduta, e subito dopo schiudersi due occhi di un colore particolare…marroni ma più tendenti all’ambrato, capelli castani ramati folti e tenuti in una coda semplice tranne un ciuffo ribelle…decisamente bizzarro. Si riscosse subito però appena vide la sua “tenuta”, era di certo una cameriera e ne ebbe la conferma dopo aver notato gli sguardi di tutti i clienti dentro e fuori del locale nonché dall’insegna
- O..oh Gott…M…mi scusi! O/O
Si apprestò a tirare su la ragazza e a staccarsi da lei rosso d’imbarazzo..appena arrivato e già faceva figure
-Ma di che tranquillo! Anzi grazie ancora di avermi presa al volo, tu piuttosto tutto bene?
La voce rispecchiava perfettamente il tipo di ragazza che gli si era parato davanti, solare e con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, che gli causò ulteriore impaccio
-I..io? Sìsì tutto bene…Sono appena arrivato e non guardavo dome mettevo i piedi ^^””
- Appena arrivato dici?!?! Allora vieni sarai affamato! Fermati per cena…Qui facciamo la PASTAAAAAAA~ migliore del mondo *A*
E manco attese la risposta che lo trascinò per un braccio all’interno del locale senza dargli la possibilità di ribattere…bé almeno non si sarebbe ritrovato indeciso sulla scelta del ristorante no?
- Fratello preparo un tavolo per lui!- e indicò il nuovo arrivato-pensi tu un attimo ai clienti fuori?!?!
Usò un tono piuttosto deciso ma melenso allo stesso tempo mentre lo faceva sedere ad un tavolino che stava vicino alle cucine da cui provenivano a volte urla..in italiano sì ma..anche in altre lingue a sentir bene..francese forse?
La sua attenzione venne distolta dalla vista di quello che doveva essere “il fratello….Stessi occhi, capelli leggermente più scuri, persino lo stesso ciuffo ribelle sebbene dalla parte opposta del cappo ma..l’espressione del volto…Non sembravano nemmeno parenti!
Uscì infatti un ragazzo che doveva avere circa la sua stessa età accigliato e con una faccia che diceva “perché stai facendo tutta sta cagnara?!?!”
- Che storia è questa?! Tutto sto caos per far sedere un dannato crucco, Alice?!?!
Sbraitò quello in direzione della ragazza che apparentemente non lo stava nemmeno ascoltando, intenta a preparare il tavolo al “crucco”, difatti sorrise quasi divertita e si rivolse poi a lui porgendogli un menù
- Sono Alice e per questa sera ti conviene evitare di affidarti a mio fratello Romano per gli ordini…se ci tieni alla salute
E gli servì come prima cosa un sorriso e una risata appena accennata che probabilmente lo lasciarono imbambolato per qualche secondo, ma si riscosse subito una volta lasciato a contemplare il menù…Alice…Per qualche motivo, avrebbe dimenticato con difficoltà quel nome..se lo sentiva.
 
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†~Death Angel~†
view post Posted on 14/6/2012, 17:58




2. Proposta indecente



Alice corse in cucina per poi uscirne con tre piatti in mano, diretta ai tavoli designati e tirava sempre un’occhiata al nuovo cliente…Che era tedesco si sarebbe capito anche senza sentirlo parlare, però aveva un nonsoché di…tenero? *w*~ Ma a distoglierla da quelle considerazioni ci pensava accuratamente Lovino (okke scusate ho scritto Romano ma volevo mettere Lovi D; nda)
- Allora hai finito di fare favoritismi con quel mangia patate? Sarà anche giovedì ma il locale è pieno comunque..ewe…
Le sue parole sostavano giusto qualche secondo nella testa della sorella che riprendeva puntualmente da dove era stata interrotta, senza dare troppo peso a quanto le diceva. Erano cresciuti senza genitori, accuditi dal loro fantastico nonno Roma, e mai si erano separati l’uno dall’altra…Diciamo che negli anni Lovi aveva contratto quello che comunemente definita “sindrome della sorella minore”: iperprotettivo e pronto ad allontanare con ogni mezzo chiunque le si fosse avvicinato.
Sospirò sorridendo. Negli ultimi anni era diventato molto più irascibile, probabilmente perché l’inizio della sua relazione con Antonio lo agitava, si sentiva privo di difese…Antonio…Sorrise di nuovo nel pensare come uno spagnolo bello e aitante come lui ma che aveva l’aria di uno col cervello bacato, avesse potuto conquistare così tanto suo fratello che, caratterialmente, era decisamente l’opposto.
Ah poco importava! Se erano felici così tanto meglio!
Fece un giro tra i tavoli assicurandosi che tutto procedesse bene e i suoi occhi capitarono inevitabilmente su quel tavolo…Sembrava in crisi di fronte al menù il poveretto.

Infatti era così. Ludwig si ritrovò davanti agli occhi una lista completa di piatti che a casa sua si potevano solo che sognare: pasta, riso, pesce fresco, insalate e…chi più ne ha più ne metta.
Era indeciso…terribilmente indeciso…Prendere tre portate o iniziare con una bella e succosa fiorentina per poi poter morire felice e con la pancia piena?
Ancora doveva realizzare per bene di essere riuscito a compiere il viaggio dei suoi sogni, che già si trovava di fronte a mille problemi che solo la sua testa di legno si faceva…Sarebbe potuto tornare benissimo la sera dopo e prendere altri piatti ma..ma..con cosa iniziare? @@
Tanto era immerso in questi stupidi dilemmi che percepì una presenza di fronte a sé, seduta al tavolo…Abbassò un poco il menù e fece un piccolo sussulto nel rivedere quelle pozze d’ambra materializzarsi davanti a lui con quel sorriso che sembrava non voler sparire dalle sue labbra.
- Allora deciso? O vuoi qualche consiglio?- gli chiese cordialmente con penna e blocco per le ordinazioni in mano
- B..bè…a dire il vero sembra tutto così buono che…non so cosa prendere T//T
- Ahhh…Per chi viene la prima volta è spesso così ^^~..Personalmente ti consiglio della Pastaaaa ** Il cuoco sarà anche francese ma la cucina da dio…Perché gliel’ho insegnato io UU
E rise subito dopo riuscendo a strappare un mezzo sorriso al tedesco, cosa di cui si compiacque.
- Se la metti così..Non posso fare a meno di fidarmi…Prendo i pici – fece una piccola pausa come avere conferma di aver pronunciato correttamente – con sugo di cinghiale e…di secondo un fritto misto con patatine…il dolce te lo dico dopo se sopravvivo alle prime due va bene?
Prese gli ordini sul blocco annuendo e finito di scrivere con quella calligrafia grande e tondeggiate riportò gli occhi su di lui
- Ottima scelta!...Presumo che da bere ti porterò una birra…O azzardi con un buon vino?
Sorrise mentre si alzava dalla sedia continuando però a guardarlo…aveva un nonsoché di magnetico
-D…direi che come primo tentativo opterò per la birra grazie .///.
Sì vero..andare a mangiare piatti tipici italiani e berci la birra era una sorta di omicidio ma…La birra era così buona e di certo la reggeva molto meglio del vino.
- Perfetto! Sarò di ritorno al più presto!
La vide sparire in cucina accompagnata dal suo sorriso a che sembrava essere contagioso a tutti i clienti…Tranne che a suo fratello che ogni tanto lo guardava malissimo çç
Si perse poi un attimo ad osservare la semplicità degli arredi del posto, c’era molto legno sia sul soffitto sia nei decori, luci non troppo forti e l’atmosfera creata dal connubio di profumi dei piatti e l’allegro parlare dei presenti aveva un non so che di “caloroso”…Di certo era questa la “magia” dell’Italia che molto spesso il suo professore di arte gli aveva descritto.
Mentre gli preparavano il tavolo tirò fuori dallo zainetto la tanto cara guida che aveva comprato a Berlino, prese a sfogliarla scorrendo le miriadi di immagini della città con tanto di musei e luoghi da visitare: gli Uffizi, Santa Croce, il Ponte Vecchio…
Ma c’era un’opera che desiderava vedere dal più profondo del cuore. Nello spulciare le varie le pagine si soffermò su quella raffigurante l’imponente David di Michelangelo che sapeva non essere la scultura più bella del mondo, ma ne era rimasto affascinato sin dalla prima volta che lo aveva visto…Accuratamente sproporzionato affinché agli occhi degli spettatori apparisse perfetto, il materiale liscio e lucente, la tensione del volto e di ogni singolo muscolo…
- Quello sì che è un bel pezzo di uomo…
Lo sorprese così dicendo una voce che era diventata ormai fin troppo famigliare, a causa della quale si riscosse arrossendo perché di sicuro stava ammirando quella pagina da minuti e minuti e probabilmente pure con una faccia trasognata.
La chiuse velocemente, pronto per essere inebriato dal profumo del piatto di pasta che gli fu presentato, fumante, colorato e dall’aria assolutamente deliziosa.
-Guten appetit!- esordì Alice cercando di pronunciare al meglio due di quelle poche parole che col tempo aveva imparato a dire in tedesco, lasciandolo poi a guastarsi la sua cena sperando fosse di suo gradimento.

***
Che mangiata spettacolare. Non si era mai sentito così sazio e compiaciuto prima d’ora, e tutto solo grazie a una cenetta coi fiocchi…Il suo soggiorno era iniziato davvero bene.
Il locale era ormai quasi vuoto e quando Alice fu lì lì per togliere la coppetta del tiramisù che il tedesco aveva svuotato, contro ogni previsione decise di sedersi nuovamente di fronte a lui posando il viso tra le mani, sorretta dai gomiti ben posizionati sul tavolo.
Ludwig rimase nuovamente colpito da quel gesto e si tolse subito il bicchiere di birra dalla bocca, vagamente imbarazzato nel sentirsi osservato.
- A…ehm…La cena era buonissima…davvero – tentò di sorridere
- Veeee sono felice che ti sia piaciuta!~ - gli sorrise come sempre inclinando un po’ la testa per poi continuare – Allora…Ho visto che prima eri tutto intento a sfogliare quella guida…Sai ce ne sono di cose belle da vedere a Firenze…Monumenti, musei, palazzi, i negozi delle firme, il Mac Donald…
Occielo aveva iniziato a parlare a ruota libera e, va bene che lui aveva studiato italiano per anni e lo capiva abbastanza bene ma in quel momento, con tutta quella cascata di parole..faceva fatica a starle dietro @@
-…Sì e poi il Giardino di Boboli e..e…Oh già che stupida e poi il David….
Ludwig sembrò carpire quella mezza frase più di tutto il resto, difatti si fece come sull’attenti. Si sentiva un po’ stupido in verità però era più forte di lui, che ci poteva fare?
Ovviamente lei lo aveva notato fin da subito e si incuriosì perché voleva sapere come mai quell’opera in particolare gli suscitasse tanto interesse.
- Direi che è una delle cose che più ti preme di vedere ve?~ Ma mi sembri il tipo che ha l’intenzione di girare per la città in lungo e in largo…Anche se di solito è una cosa che richiede tempo…- rieccola che riprendeva a parlare mentre lo studiava attentamente…Lineamenti duri e decisi addolciti però da quegli occhi chiarissimi così come dai capelli…Se non fosse stato per il fisico visibilmente massiccio sarebbe potuto sembrare un angelo…
-…Quanti giorni ti fermi qui?- Gli chiese incuriosita strizzando un po’ le guance
Ludwig si riscosse a quella domanda inaspettata e si grattò la testa
- A dire il vero non lo so…Ho fatto le valigie e mi sono affittato un appartamentino non molto distante da qui…È da quando faccio il liceo che sogno di venire qui in Italia e..Voglio rimanerci al momento….
Glielo disse con sicurezza e con molta naturalezza, sebbene lui non fosse certo il tipo da farsi prendere dalle parole…Ma quella ragazza sembrava esercitare questo potere su di lui, probabilmente per via del suo sorriso contagioso e per quelle face buffe che ogni tanto le scappavano.
Dal canto suo, Alice rimase stupita da quanto aveva sentito e forse un po’ interdetta. Credeva fosse il tipico turista da una o due settimane e via. Invece si ritrovava davanti un ragazzo che aveva sì e no la sua età, lontano da casa sua, deciso a vivere la vita che aveva sempre desiderato…e non poté non fare un balzo sulla sedia
- Hai intenzione di rimanere qui per chissà quanto?! Anche io vorrei viaggiare e magari trasferirmi…- si afflosciò mugugnando sul tavolo
Non si aspettava una reazione simile, non da una ragazza solare come lei
- M..ma…vivi in una delle città più belle che ci siano…Al posto tuo io..bè io ne sarei più che felice- si azzardò ad affermare con la paura di aver detto forse un po’ troppo e che lei potesse non gradire.
Cosa che temette quando vide il viso di lei fare capolino e sorriderli ma questa volta non vi vide la solita gioia, quanto forse…tristezza?
- Questo è vero, ma per quanto sia bella, come posso viverci bene se tutti i miei amici studiano o se ne sono andati altrove e io invece rimango chiusa qua a lavorare?...
Non che le dispiacesse stare con suo fratello, Francis –il cuoco-, Antonio e le altre sparute conoscenze che aveva in città però…Aveva navigato in brutte acque per un po’ di tempo finendo col ritrovarsi praticamente sola fino ad arrivare a desiderare di fuggire.
Col passare degli anni però sembrava aver ritrovato la sua perduta voglia di sorridere (cosa della quale non ringrazierà mai abbastanza suo fratello) e ora, le si stava presentando l’occasione di ricominciare: un forestiero, che non sapeva nulla né di lei né di Firenze e sarebbe rimasto lì non una manciata di giorni ma..chissà…magari per tutta al vita? Ok forse correva un po’ troppo con pronostici del genere ma lei era una che aveva sempre seguito il cuore e l’istinto.
Fece un balzo in piedi avvicinandosi poi a lui, che la stava guardando un po’ preoccupato probabilmente per la sua reazione di poco prima, sfoggiando nuovamente un sorriso.
- Vee lascia che ti faccio vedere io la città allora veee ti servirà una guida no?
Lo stava quasi implorando, e di certo sarebbe sembrato a tutti così se solo non si fosse messa a saltellare come una bimba che vuole il gelato.
- C…che cosa? O/O- venne colto alla sprovvista da quella proposta che mai si sarebbe aspettato
- CHE COSA?!?!!?
Questa volta fu il temuto fratello Lovino Vargas a intervenire sbraitando contro quanto asserito dalla sorella
- Che stai dicendo Alice?!? Nemmeno lo conosci e lo vuoi scarrozzare per la città?- Era diventato rosso come un pomodoro anche se cercava di trattenere la voce per non disturbare i pochi rimanenti clienti…MA sua sorella sembrava non dargli nemmeno ascolto
- Oh suvvia suvvia giovane Vargas…Mais oui! Lascia volare libera la dolce e tenera Alice…
Si aggiunse un quarto interlocutore che apparentemente nessuno aveva chiamato in causa, un biondo dalla barbetta ispida e con un palese accento francese
- Ecco ascolta Francis fratello…E poi suvvia non mi pare proprio che sia una cattiva persona..È
Appena arrivato e vuole vedere la città…Bisogna essere gentili e disponibili! Non ti ricordi quello che ci ha insegnato il nonno?
E gli fece una linguaccia noncurante delle successive imprecazioni del fratello che il cuoco stava inutilmente cercando di placare, cosa che successe quando si palesò nel locale un giovane alto, dalla pelle abbronzata e due occhi verde smeraldo, che contrastavano perfettamente con essa…Nel vederlo Lovino si era infuriato ancora di più, ma perlomeno era fuggito da qualche parte nel retro e a Ludwig parve di averlo visto lievemente rosso in volto.
Tuttavia ebbe poco tempo per appurarlo dato che Alice fece tornare la sua attenzione su di sé, con ancora stampata in faccia quell’espressione da cucciolo bastonato
-…Ti..Ti…Ti porterò a vedere il David lo giuro!
Ah dannata, quello era stato un colpo gobbo…Ora come poteva rifiutare?!?!?
- Non..non vorrei disturbarti..T…tu lavori qui e..- effettivamente non aveva niente in testa che potesse giustificarlo nel rifiutare…Certo quella statua l’avrebbe potuta vedere benissimo da solo ma..L’idea di avere compagnia…probabilmente non gli si sarebbe più ripresentata un’occasione simile, conoscendo il proprio carattere decisamente chiuso e introverso.
-…E va bene…- Ammise sconfitto senza poter evitare di arrossire lievemente e imbarazzarsi quando la ragazza esultante gli aveva stretto le mani e iniziato nuovamente a parlare a raffica, ma dal suo sorriso si capiva che doveva essere stata felice di quella risposta.
A pensarci bene anche lui era felice…Felice di essere piombato lì e di avere l’opportunità di conoscere qualcuno che gli avrebbe fatto da guida, ma che avrebbe potuto anche diventare…un’amica?
Era uno che fino a qualche giorno prima non poteva vivere senza organizzarsi ogni minima cosa, ora invece si ritrovava a vivere una delle avventure che – a sua insaputa- gli avrebbero cambiato la vita.
 
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†~Death Angel~†
view post Posted on 14/6/2012, 18:31




3. Siamo ciò che mangiamo



La sera prima era tornato a casa con la pancia piena, il portafogli più leggero ma senza rimpianti e, cosa molto più importante, una promessa di “appuntamento” con una ragazza conosciuta da nemmeno 24 ore che gli aveva implorato di poterlo guidare per la città.
Si era alzato di buon’ora e infilato subito sotto la doccia, mentre si trastullava con questi pensieri realizzando poi che forse non aveva avuto una brillante idea…Certo sperava di stringere amicizia con Alice ma...Lui non ci sapeva proprio fare con le persone, specialmente se erano ragazze. Suo fratello glielo ripeteva da una vita, o meglio, da quando aveva avuto la sua prima e vera fidanzata della quale era innamoratissimo, ma che a causa della sua inesperienza e poca dimestichezza in materia (e soprattutto diciamocelo, perché non era il massimo dell’espansività) finì nel giro di qualche mese. E a seguire non aveva fatto altro che collezionare miriadi di bruciature, ragazze che lui attraeva solo grazie al fisico prominente, riducendo tutto a una mera attrazione sessuale, alle quali non interessava minimamente il vero Ludwig...un po’ impacciato e riservato.
Di certo queste esperienze non servirono a farlo uscire dal guscio, ma ora che stava lentamente cambiando vita, doveva cambiare anche il modo di relazionarsi con gli altri e farsi apprezzare per chi era davvero, oltre quella coltre di muscoli fin troppo allenati. (.çççç. nda)
Uscì avvolto nel consueto asciugamano ed erano quasi le 9.00, il frigo era vuoto causa poco tempo il giorno prima per fare la spesa. Si vestì alla bell’e meglio prendendo la fidata macchina fotografica e zainetto scendendo poi in strada con due obiettivi principali: fare colazione e comprare il necessario per riuscire a farsi da mangiare in quell’appartamentino…Non poteva di certo andare tutti i giorni ad ogni pasto a mangiare fuori…Va bene che di soldi ne aveva ma se si abituava così sarebbe presto finito in bancarotta!
Il sole mattutino gli riscaldò piacevolmente la pelle e gli schiamazzi vivaci che volavano nell’aria fecero da contorno quasi perfetto alla visione di quell’angolino di Firenze alla luce del giorno…Gli ci sarebbe voluto un po’ per abituarsi agli alti toni di voce e a quella “c” pronunciata in un modo che mai aveva sentito prima d’ora, ma di certo avrebbe finito con l’amare entrambi, ne era sicuro.


Se c’era una persona più pigra di lei..Lovino doveva ancora trovarla.
Non bastava il fatto di essersi svegliato tra le braccia di quel bastardo spagnolo dalle parole fin troppo convincenti, con il fondoschiena dolorante –ebbene sì, era stato più che convincente- e la camera in completo subbuglio, ma sua sorella si ostinava a rimanere a letto, mezza coperta dalle lenzuola ad accarezzare il gatto che se ne stava beatamente acciambellato sulla sua pancia.
- Alice sono le 11.00 dannazione! Quando imparerai ad alzarti ad un orario decente?!?! Lavati e vestiti e…e…porta via quel bastardo da camera mia!!
Non che fosse un suo problema risolvere i conflitti -inesistenti- amorosi del fratello, ma la voglia che smettesse di urlare era maggiore di quella di rimanere a dormire.
Si fece una doccia veloce, indossò vestiti relativamente leggeri e decise di fuggire da quel manicomio.
- Io….vado a fare due compere!!- Le uscì una scusa inventata al momento, mentre si infilava le scarpe passò davanti alla camera di Lovino intravedendo un Antonio mezzo nudo che al salutava calorosamente come sempre e, prima che il fratello osasse ribattere, era già uscita di casa.
-……Loviiiiiiii……mi chico…..
Il diretto interessato venne scosso da un grande brivido lungo la schiena, ed ebbe la malaugurata idea di voltarsi giusto per veder sgusciare fuori dalla stanza, ed avvicinarsi con un ancheggiare del tutto poco casto, quel bastardo completamente nudo che in meno di un nanosecondo si avvinghiò a lui
- Lasciami brutto porco bastardo!! E..E….e copriti quel biscione ambulante!!
Il poveretto si dimenava ma con così poca convinzione che nemmeno il più tonto dei tonti gli avrebbe creduto. E Antonio il tonto lo faceva ma di certo non lo era. Gli tappò infatti la bocca con un bacio passionale prendendolo poi di peso per riportarlo in camera, mentre l’altro cercava di sfuggirgli ancora nonostante stesse ricambiando quel contatto per niente spiacevole.
Lo spagnolo richiuse alle loro spalle la porta dandole un piccolo calcetto e quel che successe dopo, il ringhioso italiano se lo sarebbe ricordato per un bel po’.

***

Cornetto caldo e cappuccino…Ottimo inizio per essere il secondo giorno. Ma ora veniva il difficile, trovare un mini-market dove comprare il necessario a sopravvivere, sebbene a lui mancasse completamente l’abilità culinaria che, diciamocelo, non era proprio la specialità della famiglia Beilschmidt.
Girovagò in lungo e in largo trovando poi un piccolo Despar e decise di entrarvi (in realtà aveva incrociato molti altri negozi del genere, ma aveva optato per quello siccome anche in Germania se ne trovavano, a differenza di tutti gli altri) trovando per fortuna poche persone.
Prese un carrello imprecando quelle volte che le ruote decidevano di cambiare direzione di propria iniziativa, ma successivamente si ritrovò a imprecare mentalmente per la quantità assurda di prodotti differenti che trovava sugli scaffali…Sette marche diverse di pasta e almeno dieci formati diversi, così come per la salsa di pomodoro, il pane, il riso e qualsiasi altra cosa lì per lì gli capitasse sotto gli occhi.
Sempre più confuso decise di agire con metodo, cosa che di solito gli riusciva sempre bene, e iniziò dall’indispensabile: acqua, birra, latte, caffè, uova, patate, wurstel di ogni genere…Giusto per sentirsi un po’ a casa . Imboccò poi il temutissimo corridoio della pasta conscio che lì a poco serviva scervellarsi, fissò ogni pacchetto prendendo quella che visivamente gli piaceva di più, tre per iniziare, uno di riso, poi passò alla carne trovando qualche hamburger di suo gradimento e bistecche, e finì anche in mezzo ai frigoriferi dei surgelati scrutando qua e là se ci fosse qualcosa di vagamente appetibile.
Prese in mano un pacchetto di gamberetti, deciso a infilarlo insieme al resto se solo un urlo da pellerossa non finì con l’impedirglielo
- AYAAAAAAAA che stai facendoooo?!?!?!?!
Si vide planare una mano sulla propria come a schiaffeggiarla, e fu così costretto a far ricadere i pesciolini al loro posto. Era rossissimo di imbarazzo per gli sguardi ora puntati tutti su di lui ma anche infastidito da quel gesto; si girò pronto a battibeccare contro quell’italiano decisamente poco garbato ma si ritrovò invece a fare un balzo all’indietro evitando per poco di urtare una signora
- A..A..Alice? O/////O- e mò questa che ci faceva pure al supermercato?
- Ahh ti ricordi il mio nome *-*~…Ma…Ludwig..- già, si era presentato la sera prima dopo che il fratello di lei lo aveva cacciato praticamente dal locale -non puoi comprare surgelati!!
Lo guardò con un faccino cucciolosissimo, tanto che Ludwig si sentì quasi in colpa per il gesto che stava per compiere
- Devi sempre comprare cose fresche altrimenti rischi di mangiare delle gran schifezze!!!
- A..ah…s..sì ma io…io non so cucinare….- e gli sembrò una ragione più che valida per giustificarsi, cosa che invece non fu per la ragazza che incrociò le braccia al petto additandolo poi
- Non ti hanno mai detto che siamo ciò che mangiamo? Vuoi essere considerato un gamberetto surgelato per il resto della tua vita? Non che non siano buoni i gamberetti ma quelli freschi sono decisamente meglio ed è facilissimo cucinarli, basta prenderli, pulirli, sgusciarli e…
- Va bene va bene va bene non li compro ^^””””- rieccola che iniziava a parlare a manetta come un disco incantato ma purtroppo dannatamente convincente – però rimane il fatto che non li so cucinare quelli freschi….- si portò una mano dietro la nuca grattandosi nervosamente
- E che problema c’è?!...Sono o non sono la migliore cuoca del mondo?!? U.U
Ludwig rimase sorpreso e non poco a quell’affermazione, convinto di non aver afferrato bene il concetto
- S..sì ma questo cosa c’entra con….
- Su vieni! Finiamo di fare la spesa! Poi ti preparo un bel pranzetto io!
Stava per controbattere in preda all’imbarazzo, ma quel sorriso lo stroncò del tutto…Come faceva ad essere così convincente…ancora di più di quando parlava?
Guidato da lei non ci mise molto a riempire il carrello di tutto ciò che davvero gli serviva, ed uscirono dal negozio con tre borse belle piene quando sentirono un orologio in lontananza rintoccare la mezza.
- Hai detto di abitare qui vicino vero? È ora di pranzo ormai…Sono curiosa di vedere la tua cucina!
E si incamminò vicino a lui che la guardava sconcertato…Nemmeno un giorno..Nemmeno 24 ore passate e quella ragazza prima gli vuole fare da guida e poi vuole andare casa sua a preparargli pranzo…Per un attimo gli venne il dubbio che tutti gli italiani fossero così.
- Volentieri ma…c..che direbbe tuo fratello?- ecco, magari così avrebbe desistito
- Oh lascialo perdere quello…direi che al momento ha ben altro a cui pensare che a me…
E il sorriso, questa volta con una punta di malizia, fece rabbrividire Ludwig che senza nemmeno accorgersene stava conducendo a passo spedito la ragazza proprio al suo appartamento.
Lei sembrava così..così…persa nel suo mondo a volte. Guardava per aria, canticchiava e rischiava persino di cadere sebbene non ci fossero ostacoli sulla via lastricata che stavano percorrendo, ma a suo modo era buffa e quei suoi comportamenti lo facevano sentire decisamente meno a disagio di quanto non fosse in realtà.
La cosa però che più di lei che lo colpiva, oltre a quei denti bianchissi e sempre pronti a mostrarsi, erano i grandi occhi di un colore che poche altre volte aveva visto e che fungevano da calamita ogni volta che li incrociava.
Tuttavia distoglieva prontamente lo sguardo vagamente imbarazzato e sebbene lei se ne accorgesse non lo dava a vedere. Alice amava squadrare le persone, studiarle e magari anche fissarle per ore…Era convinta che si poteva capire molto di una persona anche solo semplicemente osservando, e ogni volta che lo guardava notava sempre più particolari che la invogliavano a conoscere meglio quel ragazzo che sembrava tutto d’un pezzo ma anche molto insicuro e decisamente…tenero *-*~

In questo sciame di pensieri i due arrivarono senza nemmeno accorgersene all’appartamento di Ludwig che, intento ad aprire la porta, già si sentiva terribilmente imbarazzato
- Non…non fare caso al disordine ^^””
Ma una volta entrati, Alice constatò che era impossibile definire caotica o disordinata quella casa…Sì c’era un libro lasciato un po’ a caso sul divano così come una giacca ma…Rispetto alla sua camera quello era un tempio del pulito.
“Proprio come sospettavo” pensò mentre si confermava una delle ipotesi azzardate nello scrutare da capo a piedi Ludwig.
- Vieni la cucina è di qua…- la invitò a seguirlo dopo averle accennato a grandi linee la conformazione dell’appartamento per poi finire col poggiare le borse sul tavolino da quattro persone e iniziare a sistemare gli ingredienti in frigo.
Ci fu una manciata di minuti terribilmente silenziosi che lui non riuscì proprio a rompere a causa del forte imbarazzo provato dalle gote vagamente rosse che non ne voleva sapere di sparire.
Per fortuna Alice decise di prendere in mano la situazione, capendo perfettamente che per lui non doveva essere facile ritrovarsi una pressoché sconosciuta in casa.
- Bene bene oggi ci mangeremo un bel piattone di pasta coooonnn…Gamberetti e zucchine che ne dici?...- e si avvicinò a lui per prendere tutto il necessario dopo essersi tolta la camicetta e rimanendo in canottiera.
Ludwig annuì risvegliatosi all’idea di un fumante piatto di pastasciutta che avrebbe di certo imparato a cucinare, lui era uno che assimilava le informazioni piuttosto facilmente.
Finì di sistemare le cose in frigo aprendo poi la finestra per far circolare un po’ d’aria fresca e si voltò verso di lei, deciso a reprimere tutto l’imbarazzo che prima lo attanagliava ma la dannata tornò nuovamente non appena vide la sua schiena lasciata nuda dalla canotta e dai capelli raccolti che le metteva in luce un fisico che Ludwig non aveva ancora notato.
Non era il tipico esempio di ragazza magra, alta e fredda alle quali era abituato, al contrario gli arrivava sì e no ad una spalla, aveva la pelle lievemente abbronzata con qualche lentiggine sul viso, le gambe e le braccia esili ma ben proporzionate al resto del corpo che, invece di essere pelle e ossa, presentava morbide curve e in certi punti era ben prosperoso.
“Una bellezza tipica” si ritrovò a pensare con le braccia incrociate al petto, senza rendersi conto che anche lei lo stava fissando e pure parlando
-…Allora? Vieni a vedere come si fa sì o no?- lo squadrò incuriosita cercando di nascondere il rossore provocatole dalla sensazione di sentirsi osservata.
Lui si scosse dandosi dello scemo e si accostò a lei, osservando ogni minimo passaggio accuratamente accompagnato dalle sue lunghe e precise spiegazioni.
Si ritrovò infine a dove pulire i gamberi freschi, lavoro in cui impiegò la sua immancabile meticolosità che fece ridere divertita Alice intenta a mescolare la pasta
- Su su…Mettici meno cervello e più cuore Ludwig…Otterrai così il piatto perfetto! ^W^~
Arrossì inevitabilmente a quella farse e decise di provare a fare come gli aveva consigliato..riuscendoci non molto bene ma risultò essere soddisfatto del proprio lavoro solo grazie ai complimenti che lei gli elargì, che si capivano essere sinceri.
Lasciandola ai fornelli preparò la tavola e in breve si ritrovarono di fronte a un piatto di pasta fumante dall’odore delizioso
- Dopo tutta questa fatica sono certa che sarà buonissima!
- Già solo a vederla lo è…Bè…Grazie…Per esserti disturbata e per avermi insegnato a cucinare questa ^//^” – in effetti era felice di non doversi pappare qualcosa di scongelato nel microonde e soprattutto in compagnia.
- Ma quale disturbo…Mi fa sempre piacere dare una mano..- sorrise con un lieve rossore sulle guance nel vedere che il tedesco ricambiò quel gesto, anche se appena abbozzato. Prese poi la birra in mezzo al tavolo versandosene un po’
-…La prossima volta facciamo una lezione sui vini
 
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†~Death Angel~†
view post Posted on 19/6/2012, 11:18




4. Inizio promettente


Avevano mangiato solo la pasta ma..era davvero tantissima e ora Ludwig si sentiva pieno come una botte e decisamente appagato per l’ottimo pranzo, seppur semplice. Forse era normale per gli italiani saziarsi con un solo pasto dal momento che era tutto così buono!
Dovette lottare per impedire ad Alice di scomodarsi a lavare i piatti e rassettare la cucina…Poteva anche essere un gamberetto surgelato ma un cattivo “padrone di casa” proprio no e.e
Lei in compenso si era appollaiata su una sedia iniziando a fargli tutto l’itinerario della giornata, dal momento che era stata tutta la notte a progettare le varie tappe..o perlomeno così diceva lei
- Allora inizieremo gironzolando un po’ e vedremo le cose vicine, ci fermeremo a fare merenda poi eviteremo di scioglierci al sole..a proposito di sciogliersi! Andremo anche a prendere il gelato in quella gelateria che ha millemila gusti, poi piazza della signoria e viaaaaa fino a Santa croce così andiamo a trovare Ugo, Vittorio, Michelangelo, Galileo e Niccolò e poi….Poi andiamo a prendere un aperitivo così mangiamo…Ve ti piace l’idea? *-*~
Ludwig non si era perso una parola ed era rimasto sconcertato nuovamente da quanto parlasse veloce senza tener conto del fatto che, appena finito pranzo, aveva inserito in una sola frase le parole “merenda” “gelato” e “mangiare” O.O…E….E poi…Perché chiamava i più grandi artisti e scienziati per nome, come se fossero i suoi vicini di casa mentre lui nemmeno si sarebbe osato, dato che li considerava al pari degli eroi del Vahlalla?!?(<- non so come mi sia venuto in mente XD nda)
- E..ecco…I..io..presumo di sì ma…Abbiamo tempo di fare tutto?
- Certo che sì ve~…Al massimo quello che ci perdiamo lo recupereremo..Tanto al momento vivi qui no?- rispose prontamente sorridendogli.
- Ah sì bè…Hai ragione ^^”
Ancora doveva farci l’abitudine all’idea che non era lì per una vacanza di qualche giorno, ma aveva deciso di stabilirsi in quella magnifica città per…per chissà quanto.
Finì in fretta di pulire e, seppur odiasse passarsi le mani bagnate tra i capelli, dovette sistemarsi un dannato ciuffo che gli cadeva sulla fronte notando che quel gesto aveva fatto nuovamente sorridere Alice intenta ad osservarlo da un po’…Cercò di trattenere il rossore dell’imbarazzo provato nell’avere quegli occhi grandi ed espressivi puntati su di sé e tossicchiò appena
- Bè..Andiamo?...- chiese incerto per rompere quel silenzio
- Vuoi uscire vestito così =w= ?
Non riuscì a decifrare né il tono né la faccia che gli aveva rivolto, decise poi di guardarsi per capire cosa intendesse.
Aveva indosso una maglietta nera semplice con sopra due boccali di birra e sotto una scritta in tedesco, regalatagli da suo fratello l’anno precedente, dei pantaloni che arrivavano sotto al ginocchio mimetici e..delle semplici scarpe da ginnastica…
-C..che c’è che non va?- chiese quasi ingenuamente
-Che cosa?!? Sembri un tedesco in vacanza ecco cosa!!- rispose prontamente scattando giù dalla sedia e squadrandolo per bene
- Ma..che…non lo sono…?- iniziava a capirci ancora meno
- Certo che no! Sei un tedesco che vive in Italia ora…e devi iniziare a vestirti in altro modo se vuoi integrarti…altrimenti sembrerai solo un gamberetto surgelato in un mare di splendide aragoste…
Doveva avere per forza una faccia da ebete, non poteva essere diversamente, altrimenti Alice non si sarebbe messa a ridere così di gusto dopo aver pronunciato quella breve filippica che condannava il suo modo di vestire, cosa che gli fece desiderare di ficcare la testa sotto la sabbia e non uscirne più.
- Su avanti andiamo a vedere che cos’hai…Sono una maga dello stile io U.U
E lo prese per un braccio trascinandolo in camera sua avventandosi sui cassetti in cerca di qualcosa di decente
- E..ehi che fai?!?- richiuse velocemente l’anta da lei aperta allarmato..non amava che gli altri mettessero mano alle sue cose, non lo lasciava fare nemmeno a suo fratello
- C..cioè…ecco…tu dimmi che devo mettere e aspetta fuori così..così mi cambio…o//o
Lì per lì Alice rimase sorpresa ma poi si dette della stupida…Sempre a farsi prendere dall’entusiasmo e mai a pensare prima di agire. Stavolta fu lei ad arrossire un poco e si diresse ala porta richiudendola alle sue spalle una volta fuori.
- Allora…Metti una canottiera nera e sopra una camicia bianca a maniche corte, le scarpe vanno bene quelle e…O metti dei jeans che arrivano fino al ginocchio e non sotto – ci tenne a precisare quest’ultima parte di frase – ma se non li hai mettine un paio lunghi e leggeri…Hai tutto?
Come aveva iniziato a parlare, no cioè a urlare, dall’altra parte della porta, Ludwig si era messo in cerca di tutto quello che gli aveva elencato e…sembrava che sapesse già che roba si era portato da casa! Eccetto per i jeans corti ma vabbè..avrebbe patito il caldo @@.
Mentre si vestiva le mugugnò un qualcosa in assenso all’ultima domanda, prese lo zainetto con dentro l’immancabile macchina fotografica, qualche guida (anche se era sicuro che con quella vivente e senza tasto “off” non ne avrebbe avuto bisogno) e altre cose che non si fidava a lasciare in appartamento.
Fece per uscire ma schiuse di poco la porta, per assicurarsi che lei non vi fosse appoggiata ed evitare uno spiacevole capitombolo, notando che invece lo stava aspettando appoggiata al divano intenta a giocare con le ciocche di capelli.
- E….ecco ho fatto…va meglio?...
A quella domanda Alice si riscosse da uno stato di trance, nato dalla profonda attenzione che stava rivolgendo alle sue doppie punte, e alzò lo sguardo su di lui che…Sembrava quasi un’altra persona se non lo avesse tradito quella ormai tipica espressione di imbarazzo e incertezza che le stava rivolgendo.
Nemmeno si accorse di essere arrossita nello scostarsi dal divano per andare ad accertarsi che avesse seguito le indicazioni, ma ricacciò tutto quanto mordendosi l’interno della guancia per tornare coi piedi per terra.
- C…certamente sì! Che ti avevo detto io? Ora sembri un gamberetto fresco pronto a integrarsi u//u Susu che sennò perdiamo tempo >/<
Prese il proprio golfino e la borsa mettendosi dietro di lui e spingendolo fuori casa, senza tener conto di quello che lui stava cercando di biascicare..Era sicura che sarebbe stata una bellissima giornata.

***

Fortunatamente non faceva caldo come il giorno precedente, grazie a una leggera arietta che gli faceva svolazzare la camicia. Seguiva alice per tutti quei vicoletti, alcuni stretti altri più larghi, ghermiti di persone mentre lei gli illustrava qualsiasi cosa catturasse la sua attenzione.
“Via Dante Alighieri” ecco cosa lesse dopo aver seguito l’indice della ragazza, e subito gli si palesarono nella mente le lezioni che suo padre gli impartiva durante le vacanze estive dal momento che era un’insegnante di letteratura amante in particolare di quella italiana…Era un vizio di famiglia se così si poteva dire.
- Qui c’è la casa di Dante e poco più avanti la chiesetta dove dicono sia stata seppellita Beatrice…Sai chi sono vero?- lo guardò come dire “se la risposta è no fai bene a seppellirti vivo”
- Certo che sì …“dessen Liebe die Sonne und alle Sterne beweget“ …
Recitò quasi fiero di conoscerne alcuni passi studiati con dedizione, ma tutto l’entusiasmo si spense nel vedere l’espressione interrogativa di Alice che ovviamente non aveva capito una virgola di quella mezza frase
- Oh…è l’ultimo verso del Paradiso..in tedesco ovvio
- L’amor che move il sole e l’altre stelle…? La tua è una lingua decisamente poco poetica
Rise divertita nell’accorgersi che davvero, per quanto i tedeschi potessero essere un popolo interessante e dai tratti somatici a suo parere molto attraenti…Avevano una lingua che faceva cader le braccia.
Cercò però subito di ricomporsi nel vedere che, sebbene non ci fosse rimasto male, era più imbarazzo del solito e non a torto.
- Scusami ma…Sembrava che stessi per metterti a impartire ordini a destra e a manca…Non ti sei offeso vero?!? çWç
Chi mai avrebbe potuto offendersi per una cosa del genere se ogni volta era seguita da una risata così contagiosa e subito dopo da duo occhioni da cane bastonato che si sentiva in colpa?!
Effettivamente sul momento era rimasto un po’ interdetto ma in fondo non aveva tutti i torti, si grattò le testa imbarazzato nel trovare qualcosa da risponderle per tranquillizzarla
- No macché ^^”…Hai ragione…Non è proprio una lingua per poeti…
- Vee sono una stupida çç~…Dai vieni ti offro un panino per farmi perdonare!!!
E si appese a un suo braccio trascinandolo poco più avanti, ad una piccola bottega dove – da quello che poteva capire- facevano panini con dentro qualsiasi cosa uno avesse voglia e sebbene a vederli dovevano essere buonissimi…Avevano finito di mangiare nemmeno un’ora prima!
- Ehm..Io non ho molta fame..che dici se ci ripassiamo?
Chiese quasi spaventato che stavolta potesse offendersi lei. Ma in riposta ricevette uno di quegli splendidi sorrisi e un lieve assenso con la testa.
Ripresero a camminare e anche se lei continuava a parlare, si capiva benissimo che cercava di trattenersi dal diventare troppo prolissa e..soprattutto…perché era ancora attaccata al suo braccio?!?
Non che ci si stesse arpionando con le unghie, anzi, Ludwig poteva percepire benissimo quanto fossero delicate quelle mani dalle dita affusolate che sembravano incollate alla propria pelle quasi per magia…Dal canto suo Alice avvertiva invece chiaramente sotto il proprio tocco, all’altezza del suo gomito, quel bicipite compatissimo che iniziava a prendere forma per non parlare delle vene piuttosto in evidenza che delineavano quel braccio a dir poco perfetto… Avrebbe mentito a se stessa negando che appena lo aveva visto, i suoi occhi erano stati attratti come una calamita da quel concentrato di muscoli che minacciava di esplodere dalla maglietta che indossava.
Immersa in questi pensieri che la facevano arrossire non appena venivano formulati, nemmeno si accorse di aver smesso di parlare – con grande preoccupazione di Ludwig che aveva trovato la cosa decisamente strana- e che fossero arrivati in Piazza della Signoria.
- Alice…? Va tutto bene?...
Quella voce bassa e profonda la fece tornare alla realtà e con un leggero gridolino mal soffocato si staccò a lui evitando accuratamente di guardarlo in faccia.
- A…Alla grande….Ohhh ecco la copia del tuo amatissimo David e lì…waaa dai vieni su *-*~
La vide saltellare verso una scalinata che portava alla Loggia che ospitava statue rappresentanti vari miti, personaggi ed episodi dell’antichità. La macchina fotografica di Ludwig si saziò di ogni cosa che incontrava, dal Ratto delle Sabine al Palazzo della Signoria. Nulla veniva risparmiato, nemmeno quella copia del David –in trepida attesa dell’originale- che non avrebbe mai cancellato…Per il semplice motivo che nella foto era rimasta, involontariamente, Alice che proprio in quel momento lo stava chiamando con un braccio alzato al cielo come per salutarlo e una risata che le dipingeva il volto. Mentre scorreva le diapositive non l’aveva notata, ma dopo un’attenta analisi poteva scorgerla benissimo e l’idea di avere qualcuno con cui condividere quell’esperienza magnifica semplicemente lo fece sorridere.

Stava per sciogliersi al sole e l’acqua a rinfrescarlo non bastava più ormai, Alice gli aveva promesso un posto fresco e lui si fidava ma se stava ancora un po’ lì fuori..sarebbe diventato un gamberetto scongelato (okke, mi sono affezionata al paragone scusate XD nda).
- Vee eccoci arrivati! Presto entriamo Luuuuudddddd~
E da quando aveva iniziato a chiamarlo per diminutivi? Beh poco male, non gli dispiaceva poi più di tanto..Sempre meglio dei semi-insulti che gli rivolgeva suo fratello!
Si accorse subito dopo che davanti a lui si stagliava la famosissima Santa Croce, dimora di alcuni dei più illustri personaggi che avesse mai studiato.
Preso dalla foga fu lui stavolta a guidare lei verso la scalinata e dopo che ebbero impazientemente pagato l’ingresso, varcarono la soglia immediatamente investiti da una piacevolissima aria fredda seppur umida.
Togliendo il flash alla macchina fotografica, Ludwig iniziò imperterrito a catturare ogni particolare di quell’edificio bellissimo, affreschi, colonne, vetrate, altari e ovviamente le magnifiche tombe. Era immerso in tanta bellezza ma non abbastanza da non accorgersi che c’era qualcosa che mancava in tutto quell’insieme di meraviglie.
Si voltò e vide Alice sempre al suo fianco ma muta come un pesce e intenta a leggere alcune didascalie informative sparse per le navate, certo erano in chiesa ed era normale mantenere un rispettoso silenzio…Ma mai se lo sarebbe aspettato da una che parlava volentieri come lei, e a fomentare il dubbio che ci fosse un altro motivo per cui non era ancora stato inondato da un fiume di parole era il fatto che non sorrideva ma anzi sembrava…nervosa? Magari era solo concentrata ma gli sembrava comunque innaturale.
In effetti era piuttosto combattuta, dentro di sé avrebbe voluto iniziare a raccontargli ogni minima cosa che sapeva su quel posto e su chi vi giaceva ma allo stesso tempo aveva paura di risultare noiosa o peggio fastidiosa…e quindi aveva optato per un rigoroso silenzio anche se ogni tanto lo guardava con la coda dell’occhio per vedere cosa stesse facendo.
Neanche se ne accorse e tempo di alzare nuovamente lo sguardo se lo era ritrovato di fianco con la solita aria tranquilla sul volto e l’inseparabile fotocamera in mano, stava per dirgli qualcosa ma venne sorprendentemente anticipata
-Ehi non dovevi essere la mia guida?...Io fotografo ma non so nulla né del posto né di questo simpatico…Vittorio Alfieri – gettò un occhio sulla targa per leggere bene il nome – e tantomeno dei suoi simpatici amici che stanno qui…
Era una bugia ma detta sicuramente in buona fede sicuro che lei avrebbe di certo aggiunto particolari a lui sconosciuti. Pronunciò quella frase con quanta più naturalezza e sicurezza fosse riuscito a tirar fuori e sperò che sortisse l’effetto sperato.
All’inizio rimase vagamente sorpresa ma poi le tornò il sorriso sul volto. Conosceva Dante e persino passi della Commedia e non tutti i grandi sepolti lì? Di certo non era vero ma apprezzò tantissimo il gesto e dopo aver assunto un lieve colorito sulle guance- finalmente nascosto dalla penombra della chiesa- riprese il suo solito atteggiamento solare e la voglia di parlare.
- Come non lo conosci?! Ma che ti insegnano a scuola?! Vittorio Alfieri! Drammaturgo, poeta e scrittore di inizio ‘800, citato da Foscolo nei Sepolcri! Ah eccolo la Ugo! Vieni vieniii *-*~
E di nuovo via a trascinarlo in ogni angolino remoto della chiesa, a illustrargli vita morte e miracoli di chiunque gli si parasse davanti, col sorriso sulle labbra e le immancabili annotazioni personali su quanto alcune vite fossero “sfigate” o alcune opere “decisamente insopportabili e barbose”…Non aveva mai imparato cose nuove divertendosi come invece stava accadendo in quella sola e unica giornata.

***

Erano entrambi accaldati, stanchi, assetati e…sì…anche Ludwig aveva fame stavolta.
Il sole iniziava a tramontare e lasciava spazio a una piacevole brezza che rinfrescava l’aria circostante, preannunciando una piacevole serata.
Da quando aveva iniziato a parlare in chiesa Alice non si era praticamente più fermata, nemmeno per chiedere di andare a mangiare qualcosa. Appena fatta tale considerazione la ragazza si bloccò fermando anche lui- dal momento che gli aveva arpionato nuovamente il braccio da chissà quanto tempo- e guardandolo con un’espressione affranta tanto che Ludwig iniziò a domandarsi se aveva per caso detto o fatto qualcosa di sbagliato…Era incredibile come lei riuscisse a far sentire in colpa anche chi non aveva fatto mai nulla di male in vita sua.
- Qualcosa non va Alice?
- I..Il gelato!! Ludwig ci siamo dimenticati di andare a mangiare il gelatoooo çAAAAç
La vide gonfiare le guance, infastidita dal fatto di essersi dimenticata una cosa a suo avviso maledettamente importante, e assumere un’espressione da cagnolino abbandonato in mezzo ad una strada ma che ai suoi occhi risultava buffa e…adorabile.
-Oh io pensavo fosse successo qualcosa di peggio…bè…Ci possiamo andare la prossima volta no?
No. “la prossima volta”? Le aveva implicitamente detto con così tanta naturalezza che avrebbero presto fatto un’ altra uscita per la città ?..Solitamente Ludwig Beilschmidt non era il tipo da fare proposte di quel tipo, data la sua già citata poca dimestichezza con cose del genere.
Ciò non impedì ad Alice di passare immediatamente dalla modalità “sono un cane bastonato perché non ho mangiato il gelato” a quella “sono felice tanto quanto adoro mangiare la pastaaaaaa ~” e di iniziare a saltellare felice all’idea di poter passare nuovamente del tempo in sua compagnia.
Non si conoscevano da più di due giorni, vero. Non sapevano quasi niente l’uno dell’altra, ancora più vero. Ma niente le aveva impedito di passare una, a suo avviso, splendida giornata dove non aveva fatto altro che ridere e sentirsi finalmente parte di qualcosa e soprattutto utile a qualcuno.
- Dici davvero?!? Yay che bello *-* Però devi promettermi che mangerai il tuo primo gelato qui a Firenze in mia compagnia e dove dico io!
Ancora tutta esaltata gli porse il mignolo pronta a suggellare quella piccola e insignificante promessa che per lei valeva però tantissimo.
Ludwig era ancora incredulo da quanto gli era uscito dalla bocca, che la sua mano si mosse da sola andando a stringere il dito della ragazza con il proprio..cosa di cui si sorprese ancora di più…Il suo corpo non rispondeva più alla testa e non capiva perché!
Venne riportato alla realtà da una domanda semplicissima che gli rivolse la sua compagna di avventure, se così si poteva chiamare
- Che ore sono?
- Ehm…Manca poco alle 18…
- Oddio…Lovi…Mi ucciderà! Devo lavorare stasera e noi apriamo alle 18…waaaaa non voglio che mi sgridiiii çwwwç
Riecco quella faccia…Ma come diavolo faceva a cambiare così??
Stavolta però sembrava davvero preoccupata…Non avrebbe di certo voluto essere nei suoi panni, strigliata da suo fratello, con quello sguardo omicida che gli aveva rivolto la sera prima…un brivido gli percorse la schiena ma non c’era tempo per i brutti ricordi.
- Non siamo distanti no?...Se affrettiamo il passo dovresti arrivare in orario…
E con grande sorpresa di Alice fu lui a prendere le redini e ad accelerare in direzione del ristorante, che non era distante da casa sua. Ci mise un po’ a realizzare il tutto ma poi lo seguì notando un leggero sorriso dipingersi sul suo volto, probabilmente nemmeno si era accorto di essersi trasformato ai suoi occhi da gamberetto ad una magnifica e succulenta aragosta. (aridaje…scusate X° nda)
In meno di cinque minuti arrivarono davanti al locale con un po’ di fiato corto ma a quanto pare in tempo, dal momento che sembrava avessero appena aperto le serrande anche se giungeva da dentro il fantastico grugnito di suo fratello, che già iniziava a lamentarsi.
- Veee avevi ragione siamo arrivati in tempo *-*~
- Bè meno male…Non voglio toglierti altro tempo…E non vorrei che tuo fratello mi uccidesse ^^”
- Oh lascialo perdere quello…- rise al pensare Ludwig inseguito da Lovino che sbraitava-..piuttosto per il gelato…io domani non posso…Ti va bene lunedì?
Come la vide mangiucchiarsi le unghie nella snervante attesa di una risposta capì che a quanto pare non era il solo a volerla rivedere…perché era ormai palese che era quello il motivo.
- C…certo…
- Allora passo a prenderti io!- balzò in un gridolino
- V…Va bene…A lunedì allora e..grazie per la visita guidata di oggi
Sorrise, senza doversi sforzare più di tanto, e alzò una mano per salutarla ma questa si bloccò a mezz’aria, così come si bloccò l’intero ammasso tedesco nel vedere Alice alzarsi timidamente sulle punte e lasciargli un veloce e quasi impercettibile bacio sulla guancia per poi sparire nel locale, rossa in viso ma con il consueto dolce sorriso sulle labbra accennando un “ciao” con una mano.
Era rimasto lì imbambolato come un gamb..no come un pesce lesso vero e proprio, rossissimo di certo in volto mentre percepiva un lieve pizzicorio proprio dove era stato lasciato quel..bacio?
Si riscosse solo quando ebbe addosso troppi occhi dei passanti e soprattutto quando sentì la voce del temuto italiano farsi più vicina.
Tornò a casa a passo spedito buttandosi sul letto appena arrivato e riuscendo solo a fissare il soffitto con la testa che ripensava a tutta al giornata trascorsa; avrebbe cenato cercando di improvvisare qualcosa di commestibile con quello che aveva comprato, per poi finire a tarda sera nuovamente sul letto a riguardare le foto del suo primo giorno in città…
Il primo giorno passato a fare da guida per un ragazzo conosciuto il giorno prima e che suo fratello già odiava, giorno al quale continuava a ripensare senza riuscire a smettere di sorridere e una volta a casa si buttò sul letto letteralmente stremata, abbracciò il cuscino morbido e prima di cadere nel sonno più completo si ritrovò a immaginare di stringere un forte e solido ammasso di muscoli, sul quale si sarebbe volentieri addormentata un giorno.
 
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3 replies since 5/6/2012, 13:26   120 views
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