4. Inizio promettente
Avevano mangiato solo la pasta ma..era davvero tantissima e ora Ludwig si sentiva pieno come una botte e decisamente appagato per l’ottimo pranzo, seppur semplice. Forse era normale per gli italiani saziarsi con un solo pasto dal momento che era tutto così buono!
Dovette lottare per impedire ad Alice di scomodarsi a lavare i piatti e rassettare la cucina…Poteva anche essere un gamberetto surgelato ma un cattivo “padrone di casa” proprio no e.e
Lei in compenso si era appollaiata su una sedia iniziando a fargli tutto l’itinerario della giornata, dal momento che era stata tutta la notte a progettare le varie tappe..o perlomeno così diceva lei
- Allora inizieremo gironzolando un po’ e vedremo le cose vicine, ci fermeremo a fare merenda poi eviteremo di scioglierci al sole..a proposito di sciogliersi! Andremo anche a prendere il gelato in quella gelateria che ha millemila gusti, poi piazza della signoria e viaaaaa fino a Santa croce così andiamo a trovare Ugo, Vittorio, Michelangelo, Galileo e Niccolò e poi….Poi andiamo a prendere un aperitivo così mangiamo…Ve ti piace l’idea? *-*~
Ludwig non si era perso una parola ed era rimasto sconcertato nuovamente da quanto parlasse veloce senza tener conto del fatto che, appena finito pranzo, aveva inserito in una sola frase le parole “merenda” “gelato” e “mangiare” O.O…E….E poi…Perché chiamava i più grandi artisti e scienziati per nome, come se fossero i suoi vicini di casa mentre lui nemmeno si sarebbe osato, dato che li considerava al pari degli eroi del Vahlalla?!?(<- non so come mi sia venuto in mente XD nda)
- E..ecco…I..io..presumo di sì ma…Abbiamo tempo di fare tutto?
- Certo che sì ve~…Al massimo quello che ci perdiamo lo recupereremo..Tanto al momento vivi qui no?- rispose prontamente sorridendogli.
- Ah sì bè…Hai ragione ^^”
Ancora doveva farci l’abitudine all’idea che non era lì per una vacanza di qualche giorno, ma aveva deciso di stabilirsi in quella magnifica città per…per chissà quanto.
Finì in fretta di pulire e, seppur odiasse passarsi le mani bagnate tra i capelli, dovette sistemarsi un dannato ciuffo che gli cadeva sulla fronte notando che quel gesto aveva fatto nuovamente sorridere Alice intenta ad osservarlo da un po’…Cercò di trattenere il rossore dell’imbarazzo provato nell’avere quegli occhi grandi ed espressivi puntati su di sé e tossicchiò appena
- Bè..Andiamo?...- chiese incerto per rompere quel silenzio
- Vuoi uscire vestito così =w= ?
Non riuscì a decifrare né il tono né la faccia che gli aveva rivolto, decise poi di guardarsi per capire cosa intendesse.
Aveva indosso una maglietta nera semplice con sopra due boccali di birra e sotto una scritta in tedesco, regalatagli da suo fratello l’anno precedente, dei pantaloni che arrivavano sotto al ginocchio mimetici e..delle semplici scarpe da ginnastica…
-C..che c’è che non va?- chiese quasi ingenuamente
-Che cosa?!? Sembri un tedesco in vacanza ecco cosa!!- rispose prontamente scattando giù dalla sedia e squadrandolo per bene
- Ma..che…non lo sono…?- iniziava a capirci ancora meno
- Certo che no! Sei un tedesco che vive in Italia ora…e devi iniziare a vestirti in altro modo se vuoi integrarti…altrimenti sembrerai solo un gamberetto surgelato in un mare di splendide aragoste…
Doveva avere per forza una faccia da ebete, non poteva essere diversamente, altrimenti Alice non si sarebbe messa a ridere così di gusto dopo aver pronunciato quella breve filippica che condannava il suo modo di vestire, cosa che gli fece desiderare di ficcare la testa sotto la sabbia e non uscirne più.
- Su avanti andiamo a vedere che cos’hai…Sono una maga dello stile io U.U
E lo prese per un braccio trascinandolo in camera sua avventandosi sui cassetti in cerca di qualcosa di decente
- E..ehi che fai?!?- richiuse velocemente l’anta da lei aperta allarmato..non amava che gli altri mettessero mano alle sue cose, non lo lasciava fare nemmeno a suo fratello
- C..cioè…ecco…tu dimmi che devo mettere e aspetta fuori così..così mi cambio…o//o
Lì per lì Alice rimase sorpresa ma poi si dette della stupida…Sempre a farsi prendere dall’entusiasmo e mai a pensare prima di agire. Stavolta fu lei ad arrossire un poco e si diresse ala porta richiudendola alle sue spalle una volta fuori.
- Allora…Metti una canottiera nera e sopra una camicia bianca a maniche corte, le scarpe vanno bene quelle e…O metti dei jeans che arrivano fino al ginocchio e non sotto – ci tenne a precisare quest’ultima parte di frase – ma se non li hai mettine un paio lunghi e leggeri…Hai tutto?
Come aveva iniziato a parlare, no cioè a urlare, dall’altra parte della porta, Ludwig si era messo in cerca di tutto quello che gli aveva elencato e…sembrava che sapesse già che roba si era portato da casa! Eccetto per i jeans corti ma vabbè..avrebbe patito il caldo @@.
Mentre si vestiva le mugugnò un qualcosa in assenso all’ultima domanda, prese lo zainetto con dentro l’immancabile macchina fotografica, qualche guida (anche se era sicuro che con quella vivente e senza tasto “off” non ne avrebbe avuto bisogno) e altre cose che non si fidava a lasciare in appartamento.
Fece per uscire ma schiuse di poco la porta, per assicurarsi che lei non vi fosse appoggiata ed evitare uno spiacevole capitombolo, notando che invece lo stava aspettando appoggiata al divano intenta a giocare con le ciocche di capelli.
- E….ecco ho fatto…va meglio?...
A quella domanda Alice si riscosse da uno stato di trance, nato dalla profonda attenzione che stava rivolgendo alle sue doppie punte, e alzò lo sguardo su di lui che…Sembrava quasi un’altra persona se non lo avesse tradito quella ormai tipica espressione di imbarazzo e incertezza che le stava rivolgendo.
Nemmeno si accorse di essere arrossita nello scostarsi dal divano per andare ad accertarsi che avesse seguito le indicazioni, ma ricacciò tutto quanto mordendosi l’interno della guancia per tornare coi piedi per terra.
- C…certamente sì! Che ti avevo detto io? Ora sembri un gamberetto fresco pronto a integrarsi u//u Susu che sennò perdiamo tempo >/<
Prese il proprio golfino e la borsa mettendosi dietro di lui e spingendolo fuori casa, senza tener conto di quello che lui stava cercando di biascicare..Era sicura che sarebbe stata una bellissima giornata.
***
Fortunatamente non faceva caldo come il giorno precedente, grazie a una leggera arietta che gli faceva svolazzare la camicia. Seguiva alice per tutti quei vicoletti, alcuni stretti altri più larghi, ghermiti di persone mentre lei gli illustrava qualsiasi cosa catturasse la sua attenzione.
“Via Dante Alighieri” ecco cosa lesse dopo aver seguito l’indice della ragazza, e subito gli si palesarono nella mente le lezioni che suo padre gli impartiva durante le vacanze estive dal momento che era un’insegnante di letteratura amante in particolare di quella italiana…Era un vizio di famiglia se così si poteva dire.
- Qui c’è la casa di Dante e poco più avanti la chiesetta dove dicono sia stata seppellita Beatrice…Sai chi sono vero?- lo guardò come dire “se la risposta è no fai bene a seppellirti vivo”
- Certo che sì …“dessen Liebe die Sonne und alle Sterne beweget“ …
Recitò quasi fiero di conoscerne alcuni passi studiati con dedizione, ma tutto l’entusiasmo si spense nel vedere l’espressione interrogativa di Alice che ovviamente non aveva capito una virgola di quella mezza frase
- Oh…è l’ultimo verso del Paradiso..in tedesco ovvio
- L’amor che move il sole e l’altre stelle…? La tua è una lingua decisamente poco poetica
Rise divertita nell’accorgersi che davvero, per quanto i tedeschi potessero essere un popolo interessante e dai tratti somatici a suo parere molto attraenti…Avevano una lingua che faceva cader le braccia.
Cercò però subito di ricomporsi nel vedere che, sebbene non ci fosse rimasto male, era più imbarazzo del solito e non a torto.
- Scusami ma…Sembrava che stessi per metterti a impartire ordini a destra e a manca…Non ti sei offeso vero?!? çWç
Chi mai avrebbe potuto offendersi per una cosa del genere se ogni volta era seguita da una risata così contagiosa e subito dopo da duo occhioni da cane bastonato che si sentiva in colpa?!
Effettivamente sul momento era rimasto un po’ interdetto ma in fondo non aveva tutti i torti, si grattò le testa imbarazzato nel trovare qualcosa da risponderle per tranquillizzarla
- No macché ^^”…Hai ragione…Non è proprio una lingua per poeti…
- Vee sono una stupida çç~…Dai vieni ti offro un panino per farmi perdonare!!!
E si appese a un suo braccio trascinandolo poco più avanti, ad una piccola bottega dove – da quello che poteva capire- facevano panini con dentro qualsiasi cosa uno avesse voglia e sebbene a vederli dovevano essere buonissimi…Avevano finito di mangiare nemmeno un’ora prima!
- Ehm..Io non ho molta fame..che dici se ci ripassiamo?
Chiese quasi spaventato che stavolta potesse offendersi lei. Ma in riposta ricevette uno di quegli splendidi sorrisi e un lieve assenso con la testa.
Ripresero a camminare e anche se lei continuava a parlare, si capiva benissimo che cercava di trattenersi dal diventare troppo prolissa e..soprattutto…perché era ancora attaccata al suo braccio?!?
Non che ci si stesse arpionando con le unghie, anzi, Ludwig poteva percepire benissimo quanto fossero delicate quelle mani dalle dita affusolate che sembravano incollate alla propria pelle quasi per magia…Dal canto suo Alice avvertiva invece chiaramente sotto il proprio tocco, all’altezza del suo gomito, quel bicipite compatissimo che iniziava a prendere forma per non parlare delle vene piuttosto in evidenza che delineavano quel braccio a dir poco perfetto… Avrebbe mentito a se stessa negando che appena lo aveva visto, i suoi occhi erano stati attratti come una calamita da quel concentrato di muscoli che minacciava di esplodere dalla maglietta che indossava.
Immersa in questi pensieri che la facevano arrossire non appena venivano formulati, nemmeno si accorse di aver smesso di parlare – con grande preoccupazione di Ludwig che aveva trovato la cosa decisamente strana- e che fossero arrivati in Piazza della Signoria.
- Alice…? Va tutto bene?...
Quella voce bassa e profonda la fece tornare alla realtà e con un leggero gridolino mal soffocato si staccò a lui evitando accuratamente di guardarlo in faccia.
- A…Alla grande….Ohhh ecco la copia del tuo amatissimo David e lì…waaa dai vieni su *-*~
La vide saltellare verso una scalinata che portava alla Loggia che ospitava statue rappresentanti vari miti, personaggi ed episodi dell’antichità. La macchina fotografica di Ludwig si saziò di ogni cosa che incontrava, dal Ratto delle Sabine al Palazzo della Signoria. Nulla veniva risparmiato, nemmeno quella copia del David –in trepida attesa dell’originale- che non avrebbe mai cancellato…Per il semplice motivo che nella foto era rimasta, involontariamente, Alice che proprio in quel momento lo stava chiamando con un braccio alzato al cielo come per salutarlo e una risata che le dipingeva il volto. Mentre scorreva le diapositive non l’aveva notata, ma dopo un’attenta analisi poteva scorgerla benissimo e l’idea di avere qualcuno con cui condividere quell’esperienza magnifica semplicemente lo fece sorridere.
Stava per sciogliersi al sole e l’acqua a rinfrescarlo non bastava più ormai, Alice gli aveva promesso un posto fresco e lui si fidava ma se stava ancora un po’ lì fuori..sarebbe diventato un gamberetto scongelato (okke, mi sono affezionata al paragone scusate XD nda).
- Vee eccoci arrivati! Presto entriamo Luuuuudddddd~
E da quando aveva iniziato a chiamarlo per diminutivi? Beh poco male, non gli dispiaceva poi più di tanto..Sempre meglio dei semi-insulti che gli rivolgeva suo fratello!
Si accorse subito dopo che davanti a lui si stagliava la famosissima Santa Croce, dimora di alcuni dei più illustri personaggi che avesse mai studiato.
Preso dalla foga fu lui stavolta a guidare lei verso la scalinata e dopo che ebbero impazientemente pagato l’ingresso, varcarono la soglia immediatamente investiti da una piacevolissima aria fredda seppur umida.
Togliendo il flash alla macchina fotografica, Ludwig iniziò imperterrito a catturare ogni particolare di quell’edificio bellissimo, affreschi, colonne, vetrate, altari e ovviamente le magnifiche tombe. Era immerso in tanta bellezza ma non abbastanza da non accorgersi che c’era qualcosa che mancava in tutto quell’insieme di meraviglie.
Si voltò e vide Alice sempre al suo fianco ma muta come un pesce e intenta a leggere alcune didascalie informative sparse per le navate, certo erano in chiesa ed era normale mantenere un rispettoso silenzio…Ma mai se lo sarebbe aspettato da una che parlava volentieri come lei, e a fomentare il dubbio che ci fosse un altro motivo per cui non era ancora stato inondato da un fiume di parole era il fatto che non sorrideva ma anzi sembrava…nervosa? Magari era solo concentrata ma gli sembrava comunque innaturale.
In effetti era piuttosto combattuta, dentro di sé avrebbe voluto iniziare a raccontargli ogni minima cosa che sapeva su quel posto e su chi vi giaceva ma allo stesso tempo aveva paura di risultare noiosa o peggio fastidiosa…e quindi aveva optato per un rigoroso silenzio anche se ogni tanto lo guardava con la coda dell’occhio per vedere cosa stesse facendo.
Neanche se ne accorse e tempo di alzare nuovamente lo sguardo se lo era ritrovato di fianco con la solita aria tranquilla sul volto e l’inseparabile fotocamera in mano, stava per dirgli qualcosa ma venne sorprendentemente anticipata
-Ehi non dovevi essere la mia guida?...Io fotografo ma non so nulla né del posto né di questo simpatico…Vittorio Alfieri – gettò un occhio sulla targa per leggere bene il nome – e tantomeno dei suoi simpatici amici che stanno qui…
Era una bugia ma detta sicuramente in buona fede sicuro che lei avrebbe di certo aggiunto particolari a lui sconosciuti. Pronunciò quella frase con quanta più naturalezza e sicurezza fosse riuscito a tirar fuori e sperò che sortisse l’effetto sperato.
All’inizio rimase vagamente sorpresa ma poi le tornò il sorriso sul volto. Conosceva Dante e persino passi della Commedia e non tutti i grandi sepolti lì? Di certo non era vero ma apprezzò tantissimo il gesto e dopo aver assunto un lieve colorito sulle guance- finalmente nascosto dalla penombra della chiesa- riprese il suo solito atteggiamento solare e la voglia di parlare.
- Come non lo conosci?! Ma che ti insegnano a scuola?! Vittorio Alfieri! Drammaturgo, poeta e scrittore di inizio ‘800, citato da Foscolo nei Sepolcri! Ah eccolo la Ugo! Vieni vieniii *-*~
E di nuovo via a trascinarlo in ogni angolino remoto della chiesa, a illustrargli vita morte e miracoli di chiunque gli si parasse davanti, col sorriso sulle labbra e le immancabili annotazioni personali su quanto alcune vite fossero “sfigate” o alcune opere “decisamente insopportabili e barbose”…Non aveva mai imparato cose nuove divertendosi come invece stava accadendo in quella sola e unica giornata.
***
Erano entrambi accaldati, stanchi, assetati e…sì…anche Ludwig aveva fame stavolta.
Il sole iniziava a tramontare e lasciava spazio a una piacevole brezza che rinfrescava l’aria circostante, preannunciando una piacevole serata.
Da quando aveva iniziato a parlare in chiesa Alice non si era praticamente più fermata, nemmeno per chiedere di andare a mangiare qualcosa. Appena fatta tale considerazione la ragazza si bloccò fermando anche lui- dal momento che gli aveva arpionato nuovamente il braccio da chissà quanto tempo- e guardandolo con un’espressione affranta tanto che Ludwig iniziò a domandarsi se aveva per caso detto o fatto qualcosa di sbagliato…Era incredibile come lei riuscisse a far sentire in colpa anche chi non aveva fatto mai nulla di male in vita sua.
- Qualcosa non va Alice?
- I..Il gelato!! Ludwig ci siamo dimenticati di andare a mangiare il gelatoooo çAAAAç
La vide gonfiare le guance, infastidita dal fatto di essersi dimenticata una cosa a suo avviso maledettamente importante, e assumere un’espressione da cagnolino abbandonato in mezzo ad una strada ma che ai suoi occhi risultava buffa e…adorabile.
-Oh io pensavo fosse successo qualcosa di peggio…bè…Ci possiamo andare la prossima volta no?
No. “la prossima volta”? Le aveva implicitamente detto con così tanta naturalezza che avrebbero presto fatto un’ altra uscita per la città ?..Solitamente Ludwig Beilschmidt non era il tipo da fare proposte di quel tipo, data la sua già citata poca dimestichezza con cose del genere.
Ciò non impedì ad Alice di passare immediatamente dalla modalità “sono un cane bastonato perché non ho mangiato il gelato” a quella “sono felice tanto quanto adoro mangiare la pastaaaaaa ~” e di iniziare a saltellare felice all’idea di poter passare nuovamente del tempo in sua compagnia.
Non si conoscevano da più di due giorni, vero. Non sapevano quasi niente l’uno dell’altra, ancora più vero. Ma niente le aveva impedito di passare una, a suo avviso, splendida giornata dove non aveva fatto altro che ridere e sentirsi finalmente parte di qualcosa e soprattutto utile a qualcuno.
- Dici davvero?!? Yay che bello *-* Però devi promettermi che mangerai il tuo primo gelato qui a Firenze in mia compagnia e dove dico io!
Ancora tutta esaltata gli porse il mignolo pronta a suggellare quella piccola e insignificante promessa che per lei valeva però tantissimo.
Ludwig era ancora incredulo da quanto gli era uscito dalla bocca, che la sua mano si mosse da sola andando a stringere il dito della ragazza con il proprio..cosa di cui si sorprese ancora di più…Il suo corpo non rispondeva più alla testa e non capiva perché!
Venne riportato alla realtà da una domanda semplicissima che gli rivolse la sua compagna di avventure, se così si poteva chiamare
- Che ore sono?
- Ehm…Manca poco alle 18…
- Oddio…Lovi…Mi ucciderà! Devo lavorare stasera e noi apriamo alle 18…waaaaa non voglio che mi sgridiiii çwwwç
Riecco quella faccia…Ma come diavolo faceva a cambiare così??
Stavolta però sembrava davvero preoccupata…Non avrebbe di certo voluto essere nei suoi panni, strigliata da suo fratello, con quello sguardo omicida che gli aveva rivolto la sera prima…un brivido gli percorse la schiena ma non c’era tempo per i brutti ricordi.
- Non siamo distanti no?...Se affrettiamo il passo dovresti arrivare in orario…
E con grande sorpresa di Alice fu lui a prendere le redini e ad accelerare in direzione del ristorante, che non era distante da casa sua. Ci mise un po’ a realizzare il tutto ma poi lo seguì notando un leggero sorriso dipingersi sul suo volto, probabilmente nemmeno si era accorto di essersi trasformato ai suoi occhi da gamberetto ad una magnifica e succulenta aragosta. (aridaje…scusate X° nda)
In meno di cinque minuti arrivarono davanti al locale con un po’ di fiato corto ma a quanto pare in tempo, dal momento che sembrava avessero appena aperto le serrande anche se giungeva da dentro il fantastico grugnito di suo fratello, che già iniziava a lamentarsi.
- Veee avevi ragione siamo arrivati in tempo *-*~
- Bè meno male…Non voglio toglierti altro tempo…E non vorrei che tuo fratello mi uccidesse ^^”
- Oh lascialo perdere quello…- rise al pensare Ludwig inseguito da Lovino che sbraitava-..piuttosto per il gelato…io domani non posso…Ti va bene lunedì?
Come la vide mangiucchiarsi le unghie nella snervante attesa di una risposta capì che a quanto pare non era il solo a volerla rivedere…perché era ormai palese che era quello il motivo.
- C…certo…
- Allora passo a prenderti io!- balzò in un gridolino
- V…Va bene…A lunedì allora e..grazie per la visita guidata di oggi
Sorrise, senza doversi sforzare più di tanto, e alzò una mano per salutarla ma questa si bloccò a mezz’aria, così come si bloccò l’intero ammasso tedesco nel vedere Alice alzarsi timidamente sulle punte e lasciargli un veloce e quasi impercettibile bacio sulla guancia per poi sparire nel locale, rossa in viso ma con il consueto dolce sorriso sulle labbra accennando un “ciao” con una mano.
Era rimasto lì imbambolato come un gamb..no come un pesce lesso vero e proprio, rossissimo di certo in volto mentre percepiva un lieve pizzicorio proprio dove era stato lasciato quel..bacio?
Si riscosse solo quando ebbe addosso troppi occhi dei passanti e soprattutto quando sentì la voce del temuto italiano farsi più vicina.
Tornò a casa a passo spedito buttandosi sul letto appena arrivato e riuscendo solo a fissare il soffitto con la testa che ripensava a tutta al giornata trascorsa; avrebbe cenato cercando di improvvisare qualcosa di commestibile con quello che aveva comprato, per poi finire a tarda sera nuovamente sul letto a riguardare le foto del suo primo giorno in città…
Il primo giorno passato a fare da guida per un ragazzo conosciuto il giorno prima e che suo fratello già odiava, giorno al quale continuava a ripensare senza riuscire a smettere di sorridere e una volta a casa si buttò sul letto letteralmente stremata, abbracciò il cuscino morbido e prima di cadere nel sonno più completo si ritrovò a immaginare di stringere un forte e solido ammasso di muscoli, sul quale si sarebbe volentieri addormentata un giorno.